
“DOMANDO ALL’ALTISSIMO: DOVE ABITI? EGLI MI RISPONDE: CERCO OGNI GIORNO UNA NUOVA DIMORA.”

Nata nel 1846 ad Abellin, non lontano da Nazareth (allora nella Siria dominata dagli Ottomani) è sempre stata intensamente legata alla Vergine, alla quale fu consacrata. I genitori di origini libanesi, appartenenti alla Chiesa cattolica greco-melchita. Prima di lei avevano perso uno dopo l’altro 12 figli, fecero quindi un voto e un pellegrinaggio a piedi alla grotta della Natività per chiedere il dono di una figlia; per questo, in ringraziamento, offrirono alla Madre di Dio l’equivalente in cera del peso della bambina.
L’INCREDIBILE VITA DA SUORA CARMELITANA
Fin dall’infanzia, Mariam manifestò doni di grazia particolari, ma soffrì pure prove e tribolazioni di ogni genere; rimasta orfana in giovanissima età venne adottata da uno zio.
Quando aveva da poco compiuto gli 8 anni, si trasferì con lo zio ad Alessandria d’Egitto. Più tardi, quando aveva 13 anni, promessa in sposa dallo zio a un egiziano, si tagliò i capelli in segno di consacrazione, scatenando la furia dell’ uomo, che per questo motivo la umiliò e da allora in poi la trattò come se fosse una serva.
Per questo motivo la piccola Miriam fuggi da casa e si imbatté in un musulmano che voleva obbligarla a rinnegare la sua fede cristiana; al suo rifiuto, il giovane le tagliò la gola e la lasciò mezza morta in un vicolo di Alessandria.
Racconterà di essersi trovata in cielo; a restituirle la vita “un’infermiera vestita di azzurro” che la curò con una dolcezza straordinaria, e dalla quale ebbe rivelazioni sulla sua vita; dichiarò anni dopo, che si trattava della Vergine.
A prova dell’accaduto le rimase sempre la voce rauca, una cicatrice di 10 centimetri sul collo, e fu accertato che le mancavano persino alcuni anelli della trachea.
Come constatò un celebre medico di Marsiglia, sebbene ateo: “doveva esserci un Dio, perché non avrebbe potuto sopravvivere in quelle condizioni, senza un miracolo”.
In seguito andò a lavorare come domestica, preferendo le famiglie più povere, per le quali chiese persino l’elemosina; per questo motivo fu sospettata di furto e finì in carcere.
Ebbe la sua prima esperienza mistica all’età di 17 anni e dopo un periodo di oltre due anni vissuto come postulante tra le suore di S. Giuseppe dell’Apparizione, a Marsiglia, quando aveva non aveva ancora compiuto i 21 anni fu accolta tra le consacrate di Santa Teresina, al Carmelo di Pau, in Francia a pochi chilometri da Lourdes, come le aveva predetto la Santa Vergine stessa, durante un’estasi mistica.
Nella sua vita intensa e tormentata, viaggiò dai sentieri della Galilea ad Alessandria, a Beirut, alla Francia, fino a Mangalore in India, dove fu la prima carmelitana a fare la professione di fede, all’età di 24 anni, nel 1871.
Ritorno quindi a Pau, di lì nel 1875 partì per la sua Terra Santa.
Fu proprio lei, che parlava a stento il francese e che certo nulla sapeva di architettura, a descrivere il progetto e dirigere i lavori per la costruzione del monastero che doveva sorgere a Betlemme: come una torre, nel luogo indicatole in visione dal Signore, su una collina, prospiciente la Natività.
Fece profezie, ebbe persino una rivelazione sul luogo in cui “il Signore spezzò il pane”, Emmaus Nikopolis, a circa 30 km da Gerusalemme, in seguito alla quale furono effettuati gli scavi e trovati resti importantissimi.
Malgrado le molte grazie ricevute, mantenne sempre l’obbedienza ai superiori, “obbedienza fino al miracolo”, fin dopo la morte: fu questa la prova che tutto veniva da Dio.
Nella sua semplicità, chiamava le stimmate e le manifestazioni della Passione, che viveva nel suo corpo, “la mia malattia”, e chiese alla sua cara suor Veronica di starle lontano, perché non ne fosse contagiata. Talora invece, svegliandosi dalle estasi si scusava per la sua pigrizia .
Ma la passione che viveva, fu compresa meglio dopo la sua morte, avvenuta il 26 agosto del 1878, per una cancrena causata da una caduta, avvenuta portando l’acqua agli operai. Si spense tra dolori indicibili nel monastero in costruzione sulla collina del re Davide.
Quando venne estratto il cuore, fu rilevata la cicatrice di un ferita profonda e non recente. Il suo cuore fu “transverberato” come quello di altri santi, tra cui la sua Madre Superiora S. Teresa d’Avila.
ESTASI E INVOCAZIONI
“Domando all’Altissimo: Dove abiti? Egli mi risponde: cerco ogni giorno una nuova dimora… Sono felice in un anima bassa, in un presepio. Domando sempre a Gesù dove abita – In una grotta; lo sai come ho schiacciato il nemico? Nascendo così basso…”.
E ancora:
“Oggi la santità non è la preghiera, né le visioni o le rivelazioni, né la scienza di parlar bene, né i cilici; né le penitenze; è l’umiltà”.
“Nell’inferno, disse la religiosa, si trovano tutte le specie di virtù, ma non l’umiltà; in Paradiso si trovano tutte le specie di difetti, ma non l’orgoglio”.
Significativo il fatto che proprio Mariam, così piena di grazie straordinarie, metteva in guardia dalle cercare rivelazioni e cose sorprendenti. “Non andate a vedere e consultare qui e là lo straordinario, altrimenti la vostra fede s’indebolirà”, raccomandava da parte del Signore.
“Se vi si dice: la Madonna appare qui o là; vi è un’anima straordinaria in tal luogo, non vi andate… Il Signore vi dice: Sii fedele alla fede, alla Chiesa, al Vangelo. Se sarete fedele alla Chiesa, al Vangelo, Egli sarà sempre con voi e non vi lascerà mai.”
Figlia della sua terra, cantò nello stile orientale – e con le immagini semplici, che conosciamo dalle parabole e dai salmi – la bellezza del creato, l’amore del Creatore e la fragilità dell’essere creatura.
“Considerate le api; esse svolazzano di fiore in fiore, entrano poi nell’alveare per comporre il miele. Imitatele; cogliete dovunque il succo dell’umiltà. Il miele è dolce; l’umiltà ha il gusto di Dio; fa gustare Dio”.
È per l’umiltà di “questa piccola illetterata” che l’intellettuale ebreo, convertito al cristianesimo, René Schwob espresse l’auspicio che ella “possa diventare la patrona degli intellettuali, una volta avvenuta la canonizzazione. Essa è l’ideale che li può liberare dall’orgoglio”.
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

Sorgente di pace, di luce
vieni ad illuminarmi;
ho fame vieni a nutrirmi;
ho sete, vieni a dissetarmi
sono cieca, vieni a illuminarmi;
sono povera vieni ad arricchirmi;
sono ignorante vieni ad istruirmi.
Spirito Santo mi abbandono a te.
🙏 Amen

